la fisica, Dio e l'anima

 RIASSUNTI PAGINA  250-260


LA FISICA COME SCIENZA TEORETICA

Per Aristotele lo studio del mondo fisico è parte delle scienze teoretiche che rappresentano il vertice a cui può giungere la conoscenza degli uomini. 
La fisica aristotelica è qualitativa nel senso che tiene conto esclusivamente delle proprietà essenziali di ogni sostanza. Ed è inoltre finalistica in quanto coglie una finalità nei singoli processi dell'universo. 

Il pensiero scientifico moderno dovrà sostenere una dura lotta per scalzarne l'influenza e solo a partire da Galileo Galilei potrà riaffermare il valore dello studio quantitativo della natura


LA TEORIA DELLE QUATTRO CAUSE 

Aristotele spiega il divenire mediante le nozioni di "atto" e "potenza": ogni sostanza possiede delle qualità potenziali che attraverso un processo di trasformazione possono realizzarsi pienamente raggiungere la forma in atto. Ogni trasformazione richiede delle particolari condizioni e determinate cause. 

Aristotele giunge a elaborare una sottile e originale spiegazione dei fenomeni riconoscendo all'origine di ognuno di essi quattro tipi di cause: 

  1. una causa materiale 
  2. una causa formale 
  3. una causa efficiente 
  4. una causa finale 
Nei processi naturali la causa efficiente quella finale si presentano unificate. Nei processi artificiali esse sono disgiunte. Aristotele ritiene che la natura non agisca mai senza uno scopo. 

L'ORDINE FINALISTICO DELL'UNIVERSO 

Aristotele ritiene che il fine sia inscritto nella natura stessa delle cose. Si tratta di una visione ottimistica dell'universo che possiamo definire teologica in quanto crede in un ordine finalistico e necessario. 
Nonostante questa Aristotele non può essere definito un filosofo "determinista" egli infatti è preoccupato di lasciare spazio alla libertà. 
Dalla visione finalistica della natura dipende la "teoria dei luoghi naturali " secondo la quale ogni elemento in natura ha un suo posto preciso a cui tende con un particolare tipo di movimento. 


LA TEORIA DEL MOVIMENTO

Per Aristotele esistono quattro tipi differenti di movimento: 
  1. il movimento sostanziale 
  2. il movimento qualitativo 
  3. il movimento quantitativo 
  4. il movimento locale 
quest'ultimo è il movimento fondamentale ed è a sua volta distinto in tre forme: 
  • il movimento circolare intorno al centro del mondo ù
  • il movimento dall'alto verso il centro 
  • il movimento dal centro verso l'alto. 
Per Aristotele la differente dislocazione degli elementi dipende dal loro peso: l'elemento più pesante è la terra che sta al centro del mondo intorno si pongono le sfere degli altri tre elementi più leggeri nell'ordine l'acqua l'aria il fuoco. 

Oltre la sfera del fuoco vi è la prima sfera celeste il cielo della luna e quindi le successive fino al cielo delle stelle fisse che rappresenta il limite estremo dell'universo. Se un elemento viene allontanato dal suo luogo naturale esso tende a ritornare nella condizione di partenza. 



LA VISIONE DEL COSMO
 
Il cosmo aristotelico è compatto e ordinato non presenta spazi vuoti. Come quasi tutte le altre descrizioni cosmologiche antiche anche l'universo aristotelico ha al proprio centro la terra

L'universo aristotelico presenta dunque un dualismo tra mondo celeste e mondo terrestre: 
  • il mondo celeste è composto di etere che si muove solo con un movimento circolare 
  • il mondo terrestre invece è composto da quattro elementi fondamentali ed è soggetto al movimento locale. 
Lo sviluppo della vita umana individuale segue il ritmo della nascita maturazione corruzione morte e i cicli si ripetono incessantemente scanditi dal trascorrere del tempo
Proprio la presenza del mutamento consente all'anima di percepire il tempo. 

UNO SGUARDO DALL'ESTERNO 

Se con una navicella spaziale ci collocassimo in un punto esterno all'universo aristotelico avremo l'immagine di una grandissima sfera rotante in questa sfera vedremo ruotare i corpi celesti trasportati da varie sfere concentriche. 
L'universo aristotelico ci apparirebbe come una grande meravigliosa macchina perfettamente sferica suddivisa in due parti. 

LA CONCEZIONE DI DIO

Dio è la sostanza immutabile ed eterna e secondo Aristotele causa il movimento dell'universo. 
Che cos'è dunque il Dio di Aristotele? 
È il principio supremo dell'universo e la spiegazione ultima del movimento del cambiamento

Secondo Aristotele deve esserci necessariamente una sostanza prima, eterna non soggetta al cambiamento o al mutamento e dunque immobile che può imprimere il primo movimento all'universo: tale sostanza è Dio "il primo motore immobile "

Dio Dunque esiste e deve essere sostanza incorporea, immobile, pura e assolutamente attuale cioè perfettamente e totalmente compiuta in se stessa. 

DIO COME OGGETTO DEL DESIDERIO 

Secondo Aristotele Dio può causare il movimento in un solo modo degno della sua attualità: rappresentando il fine, l'oggetto di amore e di desiderio. Dio è il garante dell'ordine ma non il creatore dell'universo Aristotele ammette infatti una pluralità di divinità

L'ANIMA, PRINCIPIO DELLA VITA 

Aristotele considera la trattazione dell'anima come un capitolo della fisica. Essa è il principio della vita immanente delle cose animate strettamente legato al corpo di cui rappresenta la causa formale, efficiente e finale. 

Aristotele riconosce tre diverse funzioni dell'anima: 
  1. la funzione vegetativa 
  2. la funzione sensitiva 
  3. la funzione intellettiva
 Queste tre funzioni si dispongono secondo un ordine gerarchico che va dal meno perfetto al   più perfetto. È nel pensiero che si raggiunge il sommo grado di perfezione. 

DAI SENSI ALL'INTELLETTO 

Per Aristotele tutta la conoscenza nasce dai sensi tuttavia la mente dell'uomo non è un mero ricettacolo passivo di sensazioni ma è anche attiva. La mente attualizza e dà forma alle labili e confuse sembianze che la facoltà immaginativa la presenta. 

Secondo il filosofo il processo conoscitivo si svolge attraverso tre stadi tra loro strettamente congiunti: 
  • al primo si colloca la conoscenza sensibile che deriva dai cinque sensi 
  • al secondo si colloca l'immaginazione che produce le immagini o riproduzioni mentali 
  • all'ultimo quello più elevato si pone la conoscenza intellettiva

L'INTELLETTO ATTIVO E L'INTELLETTO PASSIVO 

Occorre precisare che l'intelletto ha un primo livello ed è solo passivo: è come un foglio bianco che può accogliere qualsiasi tipo di messaggio. Per questo Aristotele riconosce l'esistenza di un intelletto attivo che contiene già tutte le forme e  concetti in atto e che agendo sull'intelletto passivo gli consente di attualizzare la propria potenzialità conoscitiva.

DOMANDE PAGINA 255

1Quali sono i concetti impiegati da Aristotele per spiegare il divenire di tutte le cose? 

Aristotele spiega il divenire mediante le nozioni di "atto" e "potenza".

2 In che cosa consiste la causa formale?

La causa formale consiste nella forma, l'essenza, ciò che fa sì che una cosa sia proprio quella cosa e non un'altra.

3 Qual è la relazione tra il tempo e il mutamento? 

Lo sviluppo della vita umana individuale segue il ritmo della nascita, maturazione, corruzione e morte e i cicli si ripetono incessantemente scanditi dal trascorrere del tempo e proprio la presenza del mutamento consente all'anima di percepire il tempo.

4 Di quale moto si muovono i quattro elementi fondamentali? 

Si muovono con il moto perpetuo circolare.

DOMANDE PAGINA 260

1 Perché Dio è un elemento necessario del sistema fisico aristotelico? 

Dio è necessario perché è il "primo motore immobile".

2 Come può di esercitare la sua causalità rimanendo immobile? 

Dio deve essere sostanza incorporea, immobile, pura e assolutamente attuale cioè perfettamente totalmente compiuta in se stessa a tale sostanza non si può attribuire se non il genere di vita più nobile ed eccellente cioè quello del pensiero "l'attività dell'intelligenza".

3 In che cosa consiste per Aristotele la relazione tra anima e corpo? 

L'anima per Aristotele è un capitolo della fisica ed essa è il principio della vita immanente delle cose animate strettamente legate al corpo di cui rappresenta la causa formale, efficiente e finale.

4 Perché Aristotele ipotizza due tipi di intelletto?

Secondo Aristotele l'intelletto ad un primo livello è solamente passivo mentre successivamente raccoglie qualsiasi tipo di messaggio e diventa un intelletto attivo.

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