Gorgia e gli sviluppi della sofistica
RIASSUNTI PAGINA 97-99
LA FRATTURA TRA IL LINGUAGGIO E LE COSE
il linguaggio → non si identifica più come aveva detto Parmenide, con l'essere
↳ tra il linguaggio e le cose si pone un'insanabile frattura
Gorgia → sostiene una forma di "scetticismo metafisico" secondo cui non esiste nulla di oggettivo
↓
asserisce che:
- l'essere non esiste
- se anche esistesse non potremmo conoscerlo
- se anche fosse conosciuto non potrebbe essere comunicato attraverso le parole
egli sostiene che → la credibilità delle affermazioni viene ancorata alla forza persuasiva della parole
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il linguaggio = un gioco che affascina e conquista è una forza ammaliatrice che permette di dominare e influenzare i sentimenti degli uomini
UNA VISIONE TRAGICA DELL'ESISTENZA
Per Gorgia → l'esistenza è irrazionale e misteriosa e gli uomini non sono liberi nè responsabili
Encomio di Elena = capolavoro di arte oratoria con l'intento di dimostrare l'innocenza di Elena
Elena → non può essere condannata essendo il suo comportamento frutto di un condizionamento che la priva del libero arbitrio e pertanto ne esclude la responsabilità
nella società odierna → è di grande importanza presentarsi al pubblico televisivo per ottenerne il consenso o per avere successo
DOMANDE PAGINA 99
1. Perché nella prospettiva di Gorgia il linguaggio assume una rilevanza particolare?
Il linguaggio non si identifica più come aveva detto Parmenide, con l'essere tra il linguaggio e le cose si pone un'insanabile frattura.
2. Quale rapporto sussiste tra la visione metafisica di Gorgia e la sua concezione dell'esistenza?
Gorgia sostiene una forma di "scetticismo metafisico" secondo cui non esiste nulla di oggettivo e asserisce che:
- l'essere non esiste
- se anche esistesse non potremmo conoscerlo
- se anche fosse conosciuto non potrebbe essere comunicato attraverso le parole
3. Con quali argomentazioni Gorgia sostiene che Elena di Troia deve essere considerata innocente?
Elena non può essere condannata essendo il suo comportamento frutto di un condizionamento che la priva del libero arbitrio e pertanto ne esclude la responsabilità
PRODICO E L'ARTE DEI SINONIMI
La sofistica → perviene a una visione nichilistica che non solo nega la possibilità di conoscere la realtà nel modo oggettivo e universale
il linguaggio → viene misurato solo in relazione alla sua forza persuasiva ovvero alla sua efficacia nel conquistare il consenso degli ascoltatori
Prodico di Ceo → ebbe un'interesse particolare per l'etimologia delle parole
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riteneva che le parole avessero un'origine convenzionale, cioè che nascessero da un accordo dei popoli sui nomi da attribuire alle cose
egli sviluppò → la sottile e raffinata "arte dei sinonimi"
Prodico → considera il mondo umano come frutto della cultura
IPPIA, ANTIFONTE E TRASIMACO: IL TEMA DELLE LEGGI
A differenza di Protagora che riponeva il valore delle leggi proprio nella loro origine umana
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Ippia e Antifone → teorizzano la superiorità della legge di natura, immutabile e uguale per tutti in ogni paese, rispetto a quella positiva, cioè "posta" dagli uomini, mutevole e relativa ai vari Sati
Tasimaco → affermò che le leggi non sono che strumenti di cui i gruppi più forti si servono per garantire i propri interessi
Nel IV secono a.C. → avviene una trasformazione della retorica in "eristica" che in greco significa "arte di battagliare (con le parole)" al fine di ottenere una vittoria dell'avversario
DOMANDE PAGINA 100
1. In che senso per Prodico lo studio etimologico delle parole può essere utile per comprendere la civiltà?
Prodico di Ceo ebbe un'interesse particolare per l'etimologia delle parole riteneva che le parole avessero un'origine convenzionale, cioè che nascessero da un accordo dei popoli sui nomi da attribuire alle cose ed egli sviluppò la sottile e raffinata "arte dei sinonimi". Egli considera il mondo umano come frutto della cultura.
2. Qual è la distinzione tra legge di natura e legge positiva sviluppata da Ippia e Antifone?
Ippia e Antifone teorizzano la superiorità della legge di natura, immutabile e uguale per tutti in ogni paese, rispetto a quella positiva, cioè "posta" dagli uomini, mutevole e relativa ai vari Sati.
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