La visione politica e il problema educativo


 RIASSUNTI PAGINA 172-184


LA REPUBBLICA 

La visione politica di Platone è che lo Stato è lo specchio dell'uomo e della sua anim

Nella prospettiva platonica non c'è scissione tra vita privata e vita sociale o tra etica e politico perché non è possibile immaginare l'uomo come un individuo slegato dalla comunità di appartenenza 

La Repubblica è un dialogo in dieci libri, in cui l'autore ha l'intenzione di di condurre la propria indagine sulle virtù fondamentali dei cittadini nell'ambito dello stato 

Platone è convinto che l'uomo si realizzi pienamente soltanto come cittadino cioè come membro della propria città 

L'uomo giusto quindi non è pienamente tale se non in relazione agli altri uomini costituendo con essi la politéia (= città ben governata)

Platone elabora un modello di Stato perfetto che può servire come punto di riferimento per i cittadini e i politici 

Questo modello si propone come paradigma o criterio e offre un esempio di come sarebbe possibile adeguare le istituzioni politiche all'istanza del Bene supremo 


IL MODELLO DI STATO IDEALE 

Il modello di Stato ideale deve essere strutturato in tre classi: 
  1. la classe dei governanti a cui deve essere affidato il comando dello Stato
  2. la classe dei guerrieri → a cui è demandata la difesa militare 
  3. la classe dei lavoratori → a cui è affidato il compito di provvedere ai bisogni materiali
a ciascuna classe → deve essere assegnato un compito particolare 

la temperanza la virtù civica per eccellenza è indispensabile per gli uomini di tutte le classi sociali 

la giustizia  la capacità di adempiere bene il proprio compito di cittadino e consiste nello svolgere il proprio ruolo con scrupolo e onestà senza superare i limiti della funzione cui si è preposti 



L'ARISTOCRAZIA DELLA RAGIONE 

Lo Stato che Platone delinea è un regime "aristocratico" in cui il governo della città deve essere affidato ai "migliori" 

Per questo la filosofia politica di Platone è stata accusata di conservatorismo politico 

Il suo modello aristocratico = si fonda sul valore assoluto che nel sistema platonico vengono a rivestire la conoscenza e la dedizione al bene comune 

Platone propugna un'aristocrazia dello spirito e della ragione, ritiene che il governo della città debba essere affidato ai filosofi (i migliori)


I REGIMI CORROTTI 

La forma migliore di governo = aristocrazia in cui la giustizia è assicurata 

Esistono quattro regimi politici suddivisi per ordine di crescente degenerazione: 
  • la timocrazia → governo degli uomini che propongono al vertice della considerazione dell'onore (uomini ambiziosi che amano il potere)
  • l'oligarchia → regime fondato sul censo, solo chi è ricco ha potere, si rivela profondamente precario in quanto le disuguaglianze sociali e l'assenza di valori sono all'origine
  • la democrazia → la grande massa dei poveri prevale sui ricchi, prevale individualismo, anarchia e sfrenata libertà 
  • la tirannide → abbandonarsi alle passioni più disordinate e ai più orrendi misfatti


DOMANDE A PAGINA 178

1. Quale legame sussiste tra la visione etica di Platone e la sua concezione politica?

La visione politica di Platone è che lo Stato è lo specchio dell'uomo e della sua anima.
Nella prospettiva platonica non c'è scissione tra vita privata e vita sociale o tra etica e politico perché non è possibile immaginare l'uomo come un individuo slegato dalla comunità di appartenenza.

2. In che senso il modello di Stato descritto da Platone è "utopico"?

Platone elabora un modello di Stato perfetto che può servire come punto di riferimento per i cittadini e i politici. Questo modello si propone come paradigma o criterio e offre un esempio di come sarebbe possibile adeguare le istituzioni politiche all'istanza del Bene supremo.

3. Quali sono le tre classi sociali e le corrispondenti virtù?

Il modello di Stato ideale deve essere strutturato in tre classi: 
  1. la classe dei governanti → a cui deve essere affidato il comando dello Stato
  2. la classe dei guerrieri → a cui è demandata la difesa militare 
  3. la classe dei lavoratori → a cui è affidato il compito di provvedere ai bisogni materiali
4. Quale tipo di "aristocrazia" è auspicato dal filosofo?

Il suo modello aristocratico si fonda sul valore assoluto che nel sistema platonico vengono a rivestire la conoscenza e la dedizione al bene comune. Platone propugna un'aristocrazia dello spirito e della ragione, ritiene che il governo della città debba essere affidato ai filosofi (i migliori).



IL RUOLO E IL PERCORSO EDUCATIVO DEI FILOSOFI

i filosofi dediti allo studio e alla conoscenza razionale, sono gli unici a poter evitare il conflitto sociale 

il progetto educativo di Platone mira alla ricerca della Verità e del Bene, l'uomo di Stato deve possedere la scienza vera che si consegue attraverso la ricerca razionale 

il criterio fondamentale di ogni progetto educativo = l'aspirazione al Bene 

A sette anni inizia l'educazione elementare e si fonda sulla ginnastica, sulla musica, sulla matematica con maggiore approfondimento a "svegliare" lo spirito e stimolare le capacità di astrazione, di memoria e di penetrazione logica 

come viene descritto nella Repubblica la matematica è lo strumento principale della "conversione dell'anima" essa quindi è scienza propedeutica alla filosofia 

A diciotto anni il giovane viene avviato al servizio militare e dopo due anni si accosta allo studio delle scienze 

A trent'anni i giovani migliori possono studiare filosofia in particolare il metodo dialettico

il filosofo  ritiene che l'interesse privato sia il peggior male per lo Stato. Si tratta di un ideale formativo estremamente impegnativo che si fonda sull'aristocrazia del sapere e della conoscenza 


IL MITO DELLA CAVERNA 

Platone nella Repubblica espone il mito della caverna 

esso rappresenta un compendio tra il pensiero platonico in tutte le sue componenti fondamentali da quella metafisica a quella gnoseologica a quella etico politica 

Tutte queste componenti appaiono unificate in una visione armonica che mette in luce l'ispirazione politica dell'intera filosofia platonica 

secondo questo mito platonico → gli esseri umani sono come prigionieri incatenati fin dalla nascita in una caverna e costretti a guardare verso la parete in fondo, dietro di loro la caverna si apre verso la luce, con un fuoco che brucia. Tra il fuoco e i prigionieri c'è un muricciolo sottile e basso. Dietro di esso passano delle persone che portano statue, figure di animali, vasi e altri oggetti fabbricati in legno e pietra. I prigionieri vedono solo le ombre. Se uno degli uomini fosse spinto all'uscita dalla caverna soffrirebbe per la luce abbagliante del sole. 

l'unico rimedio → sarebbe quello di adattarsi gradualmente alla nuova visione, dopo le ombre egli dovrebbe guardare le immagini delle cose. Quando i suoi occhi si sarebbero abituati potrebbe guardare la luce degli astri, la luna e il cielo di notte. 

soltanto alla fine potrebbe provare a guardare il sole

il lungo percorso compiuto verso la luce gli farebbe riconoscere il sole come signore del mondo visibile 

nonostante ciò un prigioniero liberato dalle catene → non può sottrarsi al dovere morale, la sua conoscenza lo spinge a ridiscendere nella caverna per salvare i suoi compagni dall'ignoranza 


IL SIGNIFICATO DEL MITO

il mito è un'allegoria della formazione del filosofo e del destino a lui riservato nella società corrotta 

la caverna = rappresenta il mondo sensibile in cui gli uomini sono come prigionieri 

nel prigioniero  che si libera dalle catene non è difficile scorgere l'inizio del faticoso itinerario educativo del filosofo 

Platone afferma  che ciascuno deve discendere e impegnarsi a vantaggio dei propri cittadini 

un altro insegnamento del mito → la filosofia pur essendo in dissonanza con l'opinione comune, non deve estraniarsi dalla vita civile e politica; essa ha il dovere di "prendersi cura" dell'uomo e di lottare per il trionfo della giustizia nella società anche a costo di essere fraintesa e derisa


DOMANDE A PAGINA 182

1. Quali sono le tappe principali del percorso formativo del giovane destinato a reggere lo Stato?

A sette anni inizia l'educazione elementare e si fonda sulla ginnastica, sulla musica, sulla matematica con maggiore approfondimento a "svegliare" lo spirito e stimolare le capacità di astrazione, di memoria e di penetrazione logica. A diciotto anni il giovane viene avviato al servizio militare e dopo due anni si accosta allo studio delle scienze. A trent'anni i giovani migliori possono studiare filosofia in particolare il metodo dialettico.

2. Quale ruolo riveste, nell'educazione, la matematica?

La matematica ha lo scopo di "svegliare" lo spirito e di stimolare le capacità di astrazione, di memoria e di penetrazione logica, secondo Platone la matematica ha un ruolo decisivo nella preparazione dei filosofi. Infatti egli dice che la matematica è lo strumento principale della «conversione dell'anima» la quale, staccandosi dalla sensibilità, si eleva alla luce delle idee. Quindi la matematica è la scienza propedeutica alla filosofia; per questo all'ingresso dell'Accademia platonica era scritto «non entri chi non è matematico». 

3. Che cosa rappresentano, nel mito della caverna, i prigionieri incatenati, le ombre delle statue, gli oggetti riflessi nell'acqua, gli astri e le stelle e infine il sole?

I prigionieri che si liberano dalle catene rappresentano l’inizio del faticoso itinerario educativo del filosofo che raggiunge la conoscenza vera.
Le ombre delle statue rappresentano la conoscenza delle immagini delle cose che incatena gli uomini nel nostro mondo sensibile (la caverna).
Gli oggetti riflessi nell’acqua rappresentano le sensazioni e le apparenze da cui passa un filosofo nel suo percorso educativo.
Gli astri e le stelle rappresentano lo studio della matematica e della proporzione da cui passa un filosofo nel suo percorso educativo.
Il sole rappresenta la conoscenza delle idee stesse (il bello, il giusto, il bene) da cui passa un filosofo nel suo percorso educativo.


IL RUOLO MARGINALE DELL'ARTE NEL PERCORSO EDUCATIVO DEL FILOSOFO

Platone  reputa necessaria la presenza di tali arti nel curricolo formativo del giovane; la poesia e l'epica in particolare 

in generale il suo giudizio sull'arte è negativo 

l'arte esercita il suo fascino sulla parte razionale proprio per questo grande potere che lo compete può essere fonte di male ed errore 

secondo Platone → le arti tendono a lusingare con immagini frivole e false le coscienze 



L'ARTE COME IMITAZIONE DI IMITAZIONE 

secondo Platone l'artista imita la realtà sensibile 

l'arte = è quindi imitazione di imitazione, copia sbiadita e spesso deformante della realtà invece di spingere l'uomo verso le idee, essa tende a trattenerlo nella dimensione dell'immaginazione 

se i governanti devono essere filosofi l'arte risulta controproducente nella loro formazione in quanto rappresenta una dimensione di "sogno", di immagini fallaci, di conoscenze fugaci e ingannevoli 


L'ARTE COME IMITAZIONE DI IMITAZIONE 

l'arte = dunque è diseducativa per un duplice motivo: propone in molti casi modelli non eticamente positivi e allontana dal vero 

infatti nel mondo greco arcaico  era diffusa l'idea che il poeta fosse ispirato dagli dei nella composizione dei propri canti, tale ispirazione equivaleva ad una "divina pazzia" che invadeva e conquistava l'anima dell'artista in uno stato di enthusiasmòs (o "furore divino")

Nello Ione Platone sostiene che i poeti sono ispirati e posseduti dal dio nella composizione dei loro poemi essi sono "invasati" e "invasi dal dio" e sono i mediatori tra gli dei e gli uomini

Platone parla della funzione "ermeneutica" dei poeti nel senso che essi hanno il compito di manifestare agli uomini il pensiero divino facendosene interpreti 

il poeta non utilizza la ragione per questo è molto lontano dalla condizione del filosofo


LA SUPREMAZIA DELLA RAGIONE  

la polemica platonica può essere sintetizzata in tre punti: 
  1. l'arte è diseducativa 
  2. l'arte allontana dal vero 
  3. l'arte che avvince l'animo dell'artista e attenua la sua capacità di giudizio 
Platone fece inoltre un'altra polemica contro la vecchia concezione dell'educazione incentrata essenzialmente sulla poesia e sulla mitologia a cui va sostituito un percorso educativo che si fondi sul metodo dimostrativo e dialettico della filosofia 


DOMANDE A PAGINA 184

1. In che senso l'arte è "imitazione di imitazione"?

L'arte è imitazione di imitazione ed è di tre gradi lontana dal vero, è una copia sbiadita e spesso deformante della realtà, essa tende a trattenere l’uomo nella dimensione del sensibile e dell’immaginazione invece di spingerlo verso le idee.

2. In che modo l'arte attenua la capacità di giudizio?

L’arte attenua la capacità di giudizio dell’artista in quanto sia dominato dall’irrazionalità e soggiogato dalle passioni e dalle emozioni.

3. In nome di quale valore supremo viene criticata la funzione dell'arte nella formazione dei giovani?

Platone ha il punto di vista dell’educatore e del legislatore nei suoi giudizi, egli giudica negativamente l’arte in nome dei valori della ragione filosofica, per questo Platone non ne contempla l’inserimento nel curricolo formativo dei giovani




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